Carta dell’abolizione della pena di morte (1867)
Conservata nell’Archivio Nazionale di Torre do Tombo a Lisbona, la Carta della Legge sull’abolizione della pena di morte in Portogallo risale al 1867, ed è uno dei primi atti giuridici scritti all’interno di un ordinamento nazionale per ratificare l’abolizione definitiva della pena di morte prevista per i reati civili.
Il primo stato che in Europa abolì la pena capitale per legge per tutti i reati fu nel 1786 il Granducato di Toscana guidato da Leopoldo II, il quale fu influenzato dalle idee espresse nel 1764 dal filosofo milanese Cesare Beccaria. Altri tentativi vennero effettuati dalla Repubblica Romana nel 1849 e da San Marino nel 1865 ma in tutti questi casi sia la pena capitale che l’uso della tortura vennero reintrodotti alcuni anni dopo.
Il caso portoghese è unico proprio perché l’abolizione della pena di morte non venne mai abrogata. La Carta fu voluta e firmata da re Luís di Portogallo, il sovrano ispirato da principi umanistici noto per aver abolito la schiavitù e pubblicato il primo codice civile. La notizia venne accolta con favore da tutti gli intellettuali dell’epoca. Anche Victor Hugo in una lettera si complimentò con il Portogallo per questo importante passo.
Il progetto candidato al Marchio del patrimonio europeo ha previsto una serie di attività, la maggior parte delle quali rivolte all’incremento dell’accessibilità digitale alla Carta. Il documento digitalizzato è disponibile online e scaricabile gratuitamente anche tradotto in diverse lingue europee. Sono state pensate inoltre attività rivolte ai giovani per promuovere la difesa dei diritti umani e la conoscenza dei valori europei. Sono state ideate mostre documentali virtuali accompagnate da un’importante attività di networking internazionale.
Il sito ha ottenuto il riconoscimento del Marchio nel 2014.
Collegamenti esterni:
Sito web della Carta della Legge sull’abolizione della pena di morte
Pagina del sito della Commissione europea dedicata all’Abbazia di Cluny